La nostra sovranità alimentare non si tocca. Dobbiamo tutelare il Made in Italy contro le scelte europee come la carne sintetica da laboratorio a cura della Parlamentare Europea Rosanna Conte - Fiera Santo Stefano - Concordia Sagittaria

La nostra sovranità alimentare non si tocca. Dobbiamo tutelare il Made in Italy contro le scelte europee come la carne sintetica da laboratorio a cura della Parlamentare Europea Rosanna Conte

Ringrazio il Presidente della Fiera di Santo Stefano Giancarlo Burigatto e il suo Consiglio Direttivo per l’opportunità di esporre le mie considerazioni in merito ad un tema per il quale personalmente ho fatto e continuerò fare le mie battaglie in Europa. Al riguardo non ho sondaggi di riferimento, ma credo che la stragrande maggioranza dei contribuenti italiani non sarebbe contenta di sapere che le loro tasse sono servite a finanziare lo sviluppo della carne sintetica prodotta in laboratorio. Eppure è proprio quello che sta succedendo da qualche anno a Bruxelles. L’ho scoperto presentando un’interrogazione alla Commissione europea, che mi ha risposto elencandomi una serie di progetti, dal valore complessivo di 30 milioni di euro, il cui obiettivo, parole della stessa Commissione, è “di sviluppare una base di conoscenze e una base fattuale sui potenziali aspetti di sostenibilità di questi prodotti alimentari“. Nell’elenco ci sono i 7 milioni di euro presi da Horizon Europe per finanziare la ricerca su “Carne sintetica e prodotti ittici sintetici – situazione attuale e prospettive future nell’Ue“. Sempre tramite Horizon, sono stati finanziati per 4,5 milioni di euro società che sono impegnate nella eventuale commercializzazione di hamburger “coltivati” in laboratorio e simili. E poi ancora ben 10,3 milioni di euro sono andati a “Giant Lips”, progetto che ha come finalità “sostituire il consumo di proteine animali tradizionali nelle diete europee in modo che il 50% dell’apporto alimentare totale di proteine derivi da fonti proteiche alternative – come piante, microalghe, insetti e proteine monocellulari – entro il 2030“. Avete capito bene? 10 milioni di euro di soldi dei contribuenti per dimezzare il consumo di carne vera, e propinarci al suo posto insetti e carne sintetica. Ma la generosità di Bruxelles per finte salsicce e bistecche in provetta non finisce qui. Uno dei maggiori problemi nel commercializzare questi prodotti è il loro sapore (non sanno di niente, se non peggio). In particolare, il loro gusto non riesce a imitare quello dei cibi a base animale, che è uno degli elementi prioritari per l’acquisto. Una fetta importante di questo mercato, secondo un approfondimento di AgriFoodToday, non sono solo i vegani/vegetariani (ossia coloro che non mangiano carne già per loro scelta), ma i flexitariani, ossia coloro che pur non rinunciando del tutto alla carne sono disponibili ad acquistare alimenti di altra origine purché il sapore si accosti a quello di latte, bistecche e salsicce “vere“. Ebbene, per aiutare a risolvere questo problema, la Commissione europea ha stanziato altri 9 milioni di euro per il progetto dal nome: “Microbioma per il sapore e la consistenza nel cambiamento organolettico della dieta“. A cosa serve? Beh, a trovare gli ingredienti e le tecniche migliori per migliorare il sapore e la consistenza di questi cibi (sempre che si possano definire tali). E dare loro il gusto degli hamburger veri. Ora, io trovo che questi finanziamenti siano uno schiaffo in faccia ai nostri agricoltori, alle eccellenze del Made in Italy agroalimentare, e più in generale alla Dieta mediterranea, che ricordo è la più salutare al mondo. Si usano risorse pubbliche per promuovere da un lato il miglioramento di prodotti che non sono autorizzati al commercio e di cui non sappiamo ancora nulla circa la loro sicurezza, e dall’altro la loro commercializzazione che mira a distruggere la filiera della carne europea, e con essa decine di migliaia di posti di lavoro. A vantaggio di chi va tutto questo? Delle multinazionali private. Già, perché dietro la finta carne c’è un mega business sostenuto da alta finanza e gruppi internazionali su cui sarebbe bene alzare il velo di ipocrisia che li circonda. Quantomeno per avere certezza sugli effetti di questi prodotti sulla salute umana. Ma ci sono anche altre ragioni per cui occorre fare chiarezza sulla carne sintetica. Se le proteine coltivate in laboratorio sono sostenute dalle associazioni ambientaliste nel nome della lotta agli allevamenti “cattivi” che producono Co2 e inquinano l’ambiente, beh mi sa che questi ecologisti stanno prendendo una cantonata grande come un palazzo. Facendo scomparire gli allevamenti, chi ci perde è proprio l’ambiente. Prima di tutto, perché la “carne” prodotta in laboratorio richiede un maggior consumo d’acqua e d’energia degli allevamenti tradizionali. Inoltre, come ha certificato un recente studio indipendente della Commissione europea, riducendo la produzione di carne in Europa (quella vera), si favorisce l’import da Paesi terzi dove gli standard ambientali e di benessere animale sono enormemente inferiori ai nostri. E questo rischia di provocare più danni al Pianeta, invece di alleviarli.  Ma c’è un’altra ragione: chiudendo gli allevamenti, lo spopolamento delle aree rurali diventa un processo irreversibile. E con lo spopolamento, perdiamo coloro che rappresentano il primo baluardo di difesa del territorio, che sono gli agricoltori, che sono gli allevatori.  E qui arrivo al rischio “sociale” dietro questa corsa folle alla carne in laboratorio. Parto da una frase: “I Paesi ricchi dovrebbero mangiare solo carne sintetica al 100 per cento”, abbandonando quella vera. L’ha detta Bill Gates, secondo il quale, in questo modo, si ridurrebbero le emissioni di Co2, lasciando ai “poveracci” che non possono permettersi la produzione di carne sintetica l'”onere” di consumare bistecche e prosciutto crudo come da tradizione. Io invece sono convinta che la carne sintetica vada fermata. Al Parlamento europeo mi sono battuta in più occasioni per bloccare i tanti provvedimenti il cui scopo è di favorire questa deriva. Tra questi, c’è la legge sul ripristino della natura, che intende togliere oltre 1 milione di ettari di terreni ai nostri agricoltori. Con la Lega abbiamo fatto e faremo le barricate, e il governo italiano è stato tra i pochi nell’Ue a bocciare la legge, proposta dalla Commissione europea. Del resto, grazie a noi, l’Italia è l’unico Paese Ue che ha già vietato la commercializzazione dei finti hamburger. l’Europa prenda esempio. Il vero problema che dobbiamo affrontare oggi è la sovranità alimentare: non dobbiamo ridurre gli allevamenti, ma la dipendenza dall’importazione di alimenti dall’estero. Dobbiamo tornare a produrre cibo, in modo sostenibile. E quando parlo di sostenibilità non mi riferisco solo a quella ambientale, che è una priorità indiscutibile. Ma parlo anche di sostenibilità sociale ed economica. E l’obiettivo è proprio quello di come rendere ancora più sostenibile il settore agroalimentare, promuovendo l’innovazione negli allevamenti, il benessere animale e la filiera corta. Su questo dovrebbe investire l’Europa, non sulla carne in laboratorio. E mi fa piacere che la Fiera di Santo Stefano abbia incluso all’interno del suo programma un convegno proprio sui valori dell’agroalimentare e sulle nuove minacce nel quale avrò il piacere di intervenire e di portare il mio contributo.

Componente delle Commissioni Agricoltura, Pesca e Ambiente del Parlamento

On. Parlamentare Europea Rosanna Conte